Aspetti psicologici delle realtà familiari

Home / Articoli / Psicologia / Aspetti psicologici delle realtà familiari
Aspetti psicologici delle realtà familiari

La famiglia fa parte dell’esperienza umana da tempi immemorabili, e sicuramente da altrettanto tempo si riflette su di essa e da molto se ne scrive. Ecco perché sono importanti gli aspetti psicologici. Si tratta di una realtà talmente consueta e alla quale si è talmente abituati che probabilmente ognuno ritiene di comprendere e sapere di che cosa si tratti, senza particolari necessità di precisazioni: un nucleo stabile di persone che convivono, motivate da un legame affettivo e impegnate da uno o più vincoli di fedeltà, solidarietà, ecc..  Tuttavia dalla seconda metà del secolo scorso si è assistito ad una tumultuosa articolazione del modo tradizionale di intendere la famiglia:

  1. nucleare composta dagli sposi eterosessuali della stessa razza e dai loro figli;
  2. nucleare ma con sposi di razze diverse;
  3. monoparentale (un solo adulto con la sua prole);
  4. coppia omosessuale;
  5. famiglia allargata ove possono vivere più generazioni in interazione fra loro;
  6. coppie senza figli, con figli, con figli affidatari o adottivi in presenza o meno di prole propria;
  7. persone divorziate che decidono di vivere insieme includendo o meno i rispettivi figli;
  8. famiglie composte da persone legate fra loro da interessi diversi ma complementari, di cui l’esempio classico è la giovane donna che si unisce ad un ricco uomo più anziano di lei;
  9. famiglie nelle quali i vincoli di relazione coniugale sono interpretati soggettivamente e nascostamente da uno o entrambi i partner o  sono apertamente disattesi da entrambi;
  10. va considerata la variabile della possibile o meno unione civile, religiosa, o entrambe. In altri termini i nuclei familiari possono presentare diversi gradi di formalizzazione e normatività, dal modello più tradizionale e consolidato a forme di convivenza inedite.

Oggigiorno, quindi, la famiglia può essere connotata da una molteplicità di forme e dinamiche, assumendo peculiari e non scontate identità al suo interno, come altrettanto originali possono essere le sue procedure relazionali con l’ambiente sociale. Si tratta di una identità che non ha tanto i requisiti della linearità e della staticità, quanto piuttosto da molteplici dimensioni contemporanee (personali, interpersonali, sociali) dalle quali ha origine la complessità del sistema familiare, la cui definizione non può prescindere dalla specificazione della tipologia di molteplicità e complessità tipica di quel particolare nucleo di persone.

Il termine famiglia, quindi, ha perso la valenza di indicatore univoco e preciso che ha ricoperto per tanto tempo, assumendo più che un valore definitorio, la categoria di una valenza orientativa, evocativa, che non è esaustiva in sé ma che ha bisogno di volta in volta di rimandi, aggettivi, avverbi al fine di avere un senso compiuto. È chiaro quindi che ormai da tempo non è più possibile parlare di famiglia al singolare, in quanto si tratterebbe di una argomentazione viziata sul fronte della sintassi e della semantica. Sul primo fronte famiglia al singolare è una definizione univoca, rigida, che rimanda a una precisa realtà con specifiche dinamiche ormai storicamente anacronistiche; sul secondo fronte si ha una perdita completa della peculiarità di significati, relazioni, vissuti che sono tipici di ogni contesto.

Famiglia, quindi, come contestualizzazione peculiare e idiografica quale sistema appartenente ad una classe inclusiva di famiglie.   Classe di cui possono far parte persone che instaurano sistemi relazionali di vario tipo, più o meno funzionali alla creazione di sviluppo e benessere sia individuale che con condiviso.

In tale direzione, si potrebbero sintetizzare le linee portanti la costruzione di benessere in alcuni temi essenziali:

  1. Capacità di chiarire a se stessi e condividere con gli altri membri i propri bisogni ed obiettivi.
  2. Realizzare una condivisione dei bisogni ed obiettivi della comunità familiare.
  3. Armonizzazione delle istanze individuali con quelle collettive del sistema familiare.
  4. Promozione e valorizzazione delle singole personalità (di cui l’individualità è solo un aspetto) mantenendo la coesione ed il funzionamento del sistema familiare stesso.

La qualità e la stabilità del benessere familiare indicata nei quattro punti soprastanti è subordinata a diversi fattori, tra i quali alcuni atteggiamenti e comportamenti:

  • Attenzione non tanto ad evitare conflitti quanto piuttosto alla loro gestione e negoziazione, alla loro interpretazione ed attribuzione di significati.
  • La presenza di benessere o malessere percepiti è un fattore poco significativo, se non è chiaramente interpretabile e riconducibile alle vere cause, le quali spesso sono implicite, se non inconsce. È importante conoscere la capacità di esplicitazione ed argomentazione, sia verbale che non verbale, presente in un nucleo familiare.
  • Possibilità di prendere consapevolezza, gestire ed esprimere le proprie risorse al fine di implementare esperienze significative e non tanto ascrivibili a modelli stereotipati o comunque anonimante funzionali.

Volendo quindi sintetizzare gli elementi portanti la riflessione sulla famiglia, potremmo dire che non sono tanto modelli più o meno funzionali o valoriali che la qualificano, quanto piuttosto la sua possibilità di permettere a ciascun membro di sviluppare la propria identità in un contesto adeguatamente relazionale che consente di poter gestire le conflittualità portando a maturazione le crisi verso un adeguato sviluppo evolutivo, del singolo e del sistema nel suo complesso. Una famiglia normale o sana che dir si voglia, non è quindi una realtà priva di problematiche o somigliante a certi stereotipi e modelli, quanto piuttosto un sistema che promuove la valorizzazione dei singoli membri all’interno di una stabile dinamica di integrazione reciproca, valorizzando le comunicazioni sia intra che extra familiari.

Non è quindi più attuale parlare di famiglia normale,  quanto piuttosto è preferibile parlare di identità familiari diverse le quali si qualificano per la più o meno buona capacità di creare sviluppo, evoluzione e benessere nei singoli individui e nel sistema familiare ne suo complesso.

Famiglia, dunque, come sistema di persone legate da vincoli affettivi che si relazionano fra loro in maniera significativa e sistematica. Non a caso si parla di sistema, come non è un caso che la teoria dei sistemi abbia dato un contributo decisivo allo sviluppo delle conoscenze sul funzionamento delle realtà familiari. Tale approccio permette di superare le difficoltà legate allo studio di una dimensione complessa e collettiva con criteri parcellizzati ed individualistici, introducendo una ottica di considerazione globale di una realtà composta di individui, relazioni, percezioni, consapevolezze, aspetti impliciti se non addirittura inconsci che producono tuttavia vissuti ed effetti reali e visibili, senza che magari ve ne sia consapevolezza.

In tal senso risulta superato il precedente approccio individualistico, che descriveva la famiglia quale sommatoria di individui che si relazionavano in base ad una motivazione condivisa (bisogno di protezione, sussistenza economica, ecc.).  L’approccio sistemico pone attenzione sulle specifiche personalità (non più considerate come semplici individualità) nella qualità e quantità e nella prospettiva interattiva che si origina in quel contesto interno o in altri contesti esterni.

 

Contattaci subito per avere il tuo appuntamento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.